PARROCCHIA SAN PATRIZIO

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Quaresima 2015

Don Fabio, Parroco della Parrocchia San Patrizio, vi invita alla lettura di questo brano.

Quaresima 2015 - Per questa Quaresima voglio condividere con voi questo scritto che ci spiega cosa è, e come vivere il tempo che ci prepara alla Pasqua.


Il Digiuno che Salva «Lasciatevi riconciliare con Dio! ... Ecco_ora_il momento favorevole, ecco_ora il giorno della salvezza.
«Convertitevi e credete al Vangelo!»__(Mc_1,15). Con questi due imperativi la comunità cristiana è convocata per accogliel’azione misericordiosa di Dio e ritornare a Lui.
Il rito di imposizione delle ceneri può essere considerato una specie di iscrizione al catecumenato quaresimale, un gesto di ingresso nello stato di penitenti. Nei testi della liturgia la penitenzasi esplicita nella pratica del_digiuno. Se non cambia il cuore non cambia nulla. Sobrietà, austerità, astinenza dai cibi sembrano anacronistici in questa società che fa del benessere e della sazietà il proprio vanto.
Ma è proprio questa sazietà che rischia di renderci insensibili agli appelli di Dio e alle necessità dei fratelli. Per il cristiano il digiuno non_è_prodezza ascetica, né farisaica ostentazione di_«giustizia», ma_è_segno della disponibilità al Signore e alla sua Parola. Astenersi dai cibi è dichiarare qual_è_l’unica cosa necessaria,_è_compiere un gesto profetico nei confronti di una civiltà che in modo subdolo e martellante insinua sempre nuovi bisogni e crea nuove insoddisfazioni.
Prendere le distanze dalle cose futili e vane significa ricercare l’essenziale: affidarsi umilmente al Signore, creare spazi di risonanza alla voce dello Spirito. Il digiuno perciò riguarda tutto l’uomo ed esprime la conversione del cuore.
Rinnegare se stessi (cf_Mt_16,24) non_è_moralismo o mortificazione delle energie vitali, ma_è_cessaredi considerare se stessi come centro e valore supremo. In questo decentramento da sé, Cristo attua ancora la sua vittoria sul male e l’uomo viene rinnovato a somiglianza di Lui. Rinnovàti, per celebrare la Pasqua del Signore In seno al popolo di Dio, il digiuno fu sempre considerato come una pratica essenziale dell’anima religiosa; infatti, secondo il pensiero ebraico, la privazione del nutrimento e, in generale, di tutto ciò che è gradevole ai sensi, era il mezzo ideale per esprimere a Dio, in una preghiera di supplica, la totale dipendenza di fronte a lui, il desiderio di vedersi perdonato e il fermo proposito di cambiar condotta. Tuttavia, di fronte all’aspetto formalistico istintivo che il digiuno aveva preso, i profeti hanno ricordato il primato dell’amore verso Dio e verso il prossimo.
Nell’azione ecclesiale del digiuno c’è la presenza del Signore, senza del quale le opere dell’uomo sarebbero un’autoglorificazione. In forza di questa presenza il digiuno della Chiesa non è mesto e lugubre, ma gioioso, festivo.
Digiunando, la Chiesa esprime la propria vigilanza e l’attesa del ritorno dello Sposo (cf_Mc_2,18-22;_Mt_9,14-15;_Lc_5,34-35).
Se da una parte lo Sposo è sempre presente alla sua Sposa, dall’altra questa presenza non è ancora piena e va dunque, preparata e sollecitata.
La rottura definitiva del digiuno avverrà quando tutti saranno assisi al banchetto del Regno_(Is_25,6). «Un cammino di vera conversione»_ Il digiuno non si fa per_«risparmiare», cioè per motivi economici, ma per amore di Dio. Un amore che si fa preghiera, ma che reclama la sollecitudine per il prossimo, la solidarietà con i più poveri, un maggiore senso di giustizia (cf_Is_1,17;_Zc_7,5-9)._«Il nutrimento di chi ha bisogno sia sostenuto dai nostri digiuni»_(s. Leone Magno). In questo senso sono lodevoli le iniziative individuali e comunitarie per una_«quaresima di fraternità»;_e la partecipazione alla Cena del Signore diventa un gesto di povertà, di pentimento, di speranza, di annuncio. Chi partecipa seriamente alla passione del Signore, tutt’oggi viva nei poveri della terra, sa che il ritorno al Padre (quello proprio, come quello della comunità) è cominciato, e che nella mortificazione della carne può fiorire lo Spirito della risurrezione e della vita. Sulla scia dell’odierna pagina evangelica si_possono_verificare le espressioni di una vita di fede autentica: carità fraterna, preghiera, digiuno. E’ questo_«Il trinomio per cui sta salda la fede... Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia è la vita del digiuno. Nessuno le divida... Chi prega digiuni... Chi digiuna comprenda bene cosa significa per gli altri non avere da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno..._»(s. Pier Crisologo).
Chi pone questi segni sa che il ritorno al Padre è cominciato e che la risurrezione e la vita sono già germogliate.

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